Alla luna
( Il poeta , in una notte di plenilunio, ricorda i versi di Leopardi e si sente ammirato dalle qualità e "funzioni" della luna)
Luna,
cioè splendore,
ti adagi nel
cielo
astro
della notte
multiforme
nelle tue fasi
vagante
come zingara.
Mi torna
in mente
“Che fai
tu, luna, in ciel?
Dimmi,
che fai”.
Tu rompi
il buio notturno
e illumini il mondo
che di
lontano rilevi discretamente.
Tu regoli
terra e natura.
Provochi maree:
innalzi e
abbassi
le masse d’acqua
del globo.
In luna
crescente
favorisci
semina e fioritura
delle
piante e delle erbe;
in luna
piena
rafforzi
la fecondità dei terreni;
in luna calante
determini
ciò che deve decrescere o morire.
Ma
influenzi anche la vita della gente.
Accendi
l’amore degli amanti
che,
ispirati dai tuoi raggi d’argento,
frementi
si uniscono.
Rendi
dolce la solitudine
degli
uomini solitari
che solo
con te parlano.
Calmi la
paura
degli
uomini insicuri
che ti
sentono amica.
Sei il
rifugio dei sentimenti e dei sogni
degli
uomini delusi
che
fuggono la realtà della terra.
E con
semplicità ogni notte,
ti offri allo sguardo di tutti
nella tua
umile e silenziosa grazia.
Bruno tronati (16 febbraio 2018 – Diritti riservati)
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