domenica 23 dicembre 2018

AD ANTONIO " l'europeo "


AD ANTONIO " l'europeo"                                                                                     ( Il poeta con angoscia “rievoca” l’uccisione  di Antonio Megalizzi nella strage terroristica di Strasburgo   dell’11/dicembre/2018)

Giornalista amante e studioso
dell’Europa,  a Strasburgo 
visitavi i luccicanti e chiassosi
mercatini di Natale
con le sue 300 bancarelle.

Nell’atmosfera di festa
improvvisamente proditori  spari,
proiettili omicidi, urla
e gente di corsa verso i ripari.

Colpito alla testa
sei caduto a terra, insieme ad altri.
Una breve agonia
senza nessuna speranza
e hai cessato di vivere.

Lo strazio dei tuoi cari ed amici,
trepidanti all’ospedale in attesa…
ma non ce l’hai fatta!

Unanime la rabbia e il dolore,
ma tutto è  continuato
per non accondiscendere
alla barbarie degli attentatori.

Il tuo assassino,
dopo una gigantesca caccia all’uomo,
freddato dalle forze speciali.

 E in ogni dove, la tua immagine
di giovane felice e sorridente
sempre con la cuffia e il microfono.
Chi per i propri ideali giovane muore
vive per sempre!                                                                                                                                                                             Tronati Tronati Bruno (23/dicembre/2018 – Diritti riservati)

venerdì 23 novembre 2018

Immutabile rabbioso rimpianto

                                                 Immutabile rabbioso rimpianto
(Il poeta esprime il suo “immutabile rabbioso rimpianto” per la più negativa vicenda della sua vita: la mancata nomina a Notaio  “per un niente” - superate le tre prove ma non raggiunto il quorum complessivo di 105 punti  di soli 5 punti ! -,  negativa vicenda il cui ricordo  l’ha angosciato per tutta la vita)
Anni passati e ormai lontani,
una “cosa grande”
che sarebbe dovuta essere
ma non è stata:
la nomina a Notaio.

I perché non è successo;
le tre prove sufficienti
ma il quorum complessivo
mancato di niente,
e il  “non ammesso”

I commissari che
nella loro valutazione
negano quel niente
a me “non dei loro”;
                                                                             e “i loro” ammessi
  con compiti precompilati
o suggeriti!

Poi,  la  vita dolce e amara
con  gioie e dolori
che il tempo ha sfumato e cancellato.

Ma non la tanta rabbia
restata  in  corpo,
nella mente e nella carne:
la targa “Notaio” sugli ingressi dei palazzi,
e  l’immediato volger del guardo altrove
e il nodo in gola;
e lo scorrer dei giorni
come  onda gonfia di vento.

Il rabbioso rimpianto,
per quella “cosa grande”
che avrebbe dovuto essere
ma non è stata.

Bruno Tronati  ( novembre 2018-Dirirtti riservati )

Queste giornate di tempesta



Queste giornate di tempesta
(Il poeta “descrive” le ininterrotte giornate di maltempo nell’ultima parte del mese di ottobre e prima parte di novembre 2018)


Al mattino,  il cielo
sembra non essersi svegliato
basso soffocante e piatto
nel suo colore grigio cupo.

Poi, brusche
fortissime folate di vento
scuotono violentemente gli alberi
facendone ondeggiare le chiome
e cadere dai rami le foglie
che vagano a lungo nell’aria
prima di finire esauste sul terreno.
Gli alberi che non resistono,
 piombano a terra.

E a tratti,
lampi guizzanti e scoppi di tuoni;
e fitti scrosci di pioggia
cadono trasversalmente
spinti dalla forza del vento
con un frastuono assordante
che rende afono ogni altro rumore.

Ogni tanto,
qualche breve pallida schiarita;
poi riprendono le folate di vento
lampi tuoni e scrosci di pioggia.

E così tutta la giornata,
e le giornate successive.

Nel cielo,
 non volano gli uccelli
al sicuro nei loro tiepidi nidi.
Per le strade
rese scivolose dal maltempo,
procedono lentamente i veicoli.
Qualche rara persona a piedi
cammina con incertezza e difficoltà
verso un rassicurante ricovero.
E nelle case,
infissi e porte ben chiusi
e dietro i vetri delle finestre
molte facce nel contempo
 impaurite e ammirate dalla tempesta.

L’aria,
è divenuta pulita …
ma per la violenza della tempesta
località e luoghi sfregiati,
persone morte e ferite
alberi e culture devastate.
Un  vero flagello.

                  Bruno Tronati  (31/ottobre-8 /novembre 2018 Diritti riservati)


venerdì 26 ottobre 2018

Crollo del ponte Morandi di Genova




                   Crollo del ponte Morandi di Genova                                                                    (Il poeta con sofferenza “tratteggia” il drammatico evento)

Genova, 14 agosto 2018 ore 11,36.
Giornata di pioggia incessante e violenta
 con fulmini folgoranti e tuoni rombanti.

Sull’autostrada A10 i veicoli passano veloci
per la fretta di giungere a destinazione.
Ma d’improvviso un tratto del viadotto collassa
e crea un vuoto per centinaia di metri
con due monconi terminali sospesi.
I materiali del ponte e i veicoli inghiottiti,
piombano fragorosamente sul fiume Polcevera
sulla linea ferroviaria e sulle case sottostanti.
Tutto si contorce,  si rompe e si mischia:
un ammasso apocalittico di macerie
intrise del sangue delle decine di vittime e feriti.

 Si sente l’urlo straziato di una donna,”Oh Dio santo”.

I cittadini guardano il gigante spezzato                                                                           increduli,  poi sgomenti e atterriti.
Vagano come fantasmi ripetendo “Non c’è più il ponte”.
Dentro di loro lo strazio per le  persone travolte                                                              e per la perdita delle proprie cose.
E l’ansia per l’esito dei soccorsi: delle cure ai feriti
dell’assistenza ai sopravvissuti                                                                                          e della messa in sicurezza di quanto pericolante.

 Una immensa tragedia e una immensa sofferenza
… e da domani  le vicissitudini della ricostruzione!

                               Tronati Bruno  (17/agosto/2018 – Diritti riservati )

sabato 22 settembre 2018

Assente ricordo



Assente ricordo
( Il poeta,  ormai  in età avanzata,  rivede in sogno un amore di giovinezza e uno dell’età adulta. Poi si sveglia e si smarrisce:  i due amori sono svaniti anche nel ricordo  e non gli  resta   che sperare un nuovo sogno).  
                
                 
      
                                                    
                                                           Nel sogno,
                                                              eri  Tu
                                                       della prima età
                                                               e  Lei
                                                         dell’età adulta.

                                                              Sveglio,
                                                           mi smarrisco:                                                           chi fossi Tu e Lei
                                                             confondo
                                                        svaniti nel nulla
                                                    in un assente ricordo   

                                                    E nell’ assente ricordo
                                                    continuo il mio essere
                                              …… sperando un nuovo sogno.
                                                   
                                       Tronati Bruno  ( 2018 –Diritti riservati)